Situazione attuale del settore edile nel Nord Africa

Uno studio condotto dalla società di consulenza Deloitte evidenzia il fatto che attualmente ci sono 322 progetti di infrastruttura in Africa, che rappresentano un investimento totale di 223 miliardi di dollari. I dati sottolineano l’enorme potenziale del continente in termini di sviluppo.

Secondo Deloitte, il 56% dei progetti sono finanziati dai governi, il 4% da partnership stipolate tra governo e privati, e il 39% dei progetti finanziati da investitori privati. Per quanto riguarda gli investitori privati, il 17% provengono dall’Europa e dagli US, il 12% provengono da Brasile, Russia, India e Cina mentre che gli investitori locali rappresentano il 10%.

Per approfondire l’argomento vi riportiamo questo articolo pubblicato ieri sulla rivista KHL che spiega la situazione attuale del settore delle costruzioni nei paesi nord africani.

Titolo originale: Regional Report: North Africa
Traduzione e riassunto dell’articolo:
La regione del Nord Africa vive un periodo contrastante: da una parte i conflitti bellici della Libia e l’Egitto, dall’altra parte l’espansione di paesi come l’Algeria, il Marocco e la Tunisia che vedono l’arrivo di produttori internazionali e imprenditori stranieri intesi a investire nel boom del settore edile.
Ma gli investimenti esteri per il settore edile nei paesi che vivono questo periodo d’instabilità nonostante tutto non si sono bloccati. Ad esempio in Libia l’italiana Salini Impregilo si è aggiudicata il progetto della realizzazione dei 400km del tratto iniziale della nuova autostrada costiera Ras Ejdyer – Emssad che prevede un investimento di 944,5 milioni di euro e che una volta finalizzata percorrerà le coste dell’Egitto, della Libia e della Tunisia lungo 1,700 km.

libia

In Egitto la Banca islamica (IDB) facilita prestiti per lo sviluppo delle infrastrutture destinando ad esempio 109 milioni di dollari ad un progetto d’irrigazione e drenaggio nella regione.
Anche a Mali la Banca islamica (IDB) prevede un investimento di 250 milioni di dollari per finanziare la ricostruzione del paese in seguito al conflitto che ha vissuto il paese l’anno scorso. Questo finanziamento si somma ai 240 milioni di euro destinati alla ricostruzione del paese e stanziati dalla Banca Africana di Sviluppo (AfDB), e al prestito di 56 milioni di euro per un progetto di fornitura di acqua potabile.
La AfDB e la fondazione Made in Africa hanno creato un fondo per migliorare le infrastrutture del continente con lo scopo di raccogliere fino a 500 milioni di dollari entro la prima metà del 2014. L’obiettivo finale è quello di raccogliere parte dei 93 miliardi di dollari di investimenti annui che il AfDB stima necessari per chiudere deficit di infrastrutture in Africa entro il 2020.
Produttori
Nel frattempo, i produttori di macchine movimento terra stanno investendo nella regione, per esempio SMT Nigeria, il concessionario nazionale della Volvo CE, Volvo Trucks e Volvo Penta, ha aperto lo scorso ottobre un nuovo centro di assistenza Volvo di 20.000m² in Abuja, capitale della Nigeria.
Nel Marocco le macchine fornite dalla SDLG (azienda cinese che ha firmato una joint venture con Volvo CE) lavorano nella costruzione della prima linea ferroviaria ad alta velocità del paese, che collegherà Casablanca con Tangier. Il progetto di costruzione dei 350km di ferrovia è stato affidato all’imprenditore cinese COVEQ, ha richiesto un investimento di 4 miliardi di dollari e sarà finito entro il 2015.
Anche la Liebherr ha modificato alcuni modelli di escavatori destinati a questa regione rendendoli più robusti, come ad esempio il nuovo R 956 e il R 960 entrambi con motore Tier3.
La Caterpillar ha presentato recentemente il nuovo escavatore 320D della Serie 2 progettato appositamente per le regioni dell’Africa, Medio Oriente e Russia e che rispetta la normativa anti-inquinamento Tier2.

Caterpillar 320D

Caterpillar 320D

Sfide
Gaby Rhayem, direttore regionale della Doosan Construction Equipment in Medio Oriente e Africa ha parlato della situazione attuale del mercato africano e ha dichiarato che ”le maggiori opportunità al momento sono in Algeria, mentre il mercato marocchino prima era più forte. La Tunisia si sta riprendendo lentamente dall’instabilità politica e stiamo vedendo più opportunità in Libia. Il problema è che le norme doganali variano molto da un paese all’altro e questo rappresenta una sfida”.
Nel rapporto sulla trasparenza degli affari pubblicato nel 2013 dal Global Corruption Barometer i paesi nord africani non hanno avuto un punteggio favorevole:
Egitto ha avuto una media di 3,6, la Libia 3,25, Algeria 3.51, 3.54 Marocco, Tunisia 3.08, 3.84 Sudan e la Nigeria 3,25 (dove 1 significa “non corrotto” e 5 significa “estremamente corretto”.
Le accuse di corruzione possono essere molto dannose per le aziende internazionali. Prendiamo come esempio il caso Saipem, che si vide coinvolta in un caso di corruzione in Nigeria tramite la Snamprogetti, azienda che aveva acquistato nel 2006 e tuttora ne paga le conseguenze pur avendo già versato centinaia di milioni di dollari in sanzioni per la US Securities and Exchange Commission.
Ci sono però altre situazione che mettono a rischio gli investimenti esteri nella regione. Nel mese di ottobre, tre dipendenti dell’azienda francese Sogea Satom e un altro dipendente Areva sono stati liberati dalla prigionia in Niger, dopo tre anni tenuti in ostaggio.
Questi sono indubbiamente circostanze estreme, ma servono a evidenziare i maggiori rischi che possono affrontare imprenditori e costruttori quando fanno affari in alcuni paesi del Nord Africa nel clima attuale.

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